L'8 giugno 632 muore a Medina (Arabia Saudita) Maometto, fondatore e profeta dell'islamismo. Da giovane è cammelliere al servizio della ricca vedova Khadigia, che poi sposa. Dopo una crisi mistica riceve nel 610 la rivelazione del Corano, il libro sacro dei musulmani, che egli afferma di aver scritto sotto la dettatura diretta di Dio. Il Corano è centrato inizialmente sul monoteismo e sull'annuncio del giorno del giudizio, la cui imminenza esige conversione e pentimento. A causa dei contrasti derivati dalla sua predicazione, nel 622 emigra a Yathrib, la futura Medina: l'egira, la "fuga", segna l'anno di inizio dell'era musulmana. A Yathrib il movimento islamico diventa comunità politico-religiosa e la rivelazione coranica prende carattere di legislazione, opponendosi al cristianesimo e all'ebraismo. Dopo gli scontri armati con i coreisciti, tribù araba della Mecca, e l'annientamento degli Ebrei di Medina, la città santa viene conquistata nel 630. Maometto continua a risiedere a Medina dove muore. La sua tomba è uno dei luoghi santi che un musulmano deve visitare almeno una volta nella vita.